Quando, solo un paio di anni fa, i
bambini occupanti la curva sud dello Juventus Stadium (chiusa agli
abbonati per squalifica) gridarono “Oh Merda!” al momento del
rinvio da fondo campo del portiere avversario, si sollevarono urla di
indignazione popolare dall'eco di risonanza superiore a quello dei
moti di insurrezione popolare che hanno attraversato, per secoli, la
nostra Penisola. Mancò poco che venisse chiesta la fucilazione di
massa per questi piccoli esseri maleducati e soprattutto JUVENTINI!
Capita poi che nella Dotta Bologna, qualcuno lanci una bomba carta
(poi divenuta petardo e infine derubricata a bolla di sapone stante
il totale silenzio dei media) contro il pullman della Juve e che,
solo per puro caso, nessuno si faccia male. E non è la prima volta
che accade: anzi, ci saremmo probabilmente stupiti del contrario,
visto che purtroppo, di gente con disturbi delinquenziali mentali, in
giro, ve ne è davvero tanta. Non si capisce come mai, su questo
episodio, a differenza di altri, non ci siano indignazione e ferma
condanna da parte di media e cariche istituzionali. O forse si
capisce benissimo. Al massimo, l'episodio accaduto a Bologna, è
stato definito “spiacevole”. Ed è già tanto. “Spiacevole”
può essere la cacca di piccione che sporca l'abito da cerimonia
mentre sto andando al mio matrimonio, non certo una bomba carta
lanciata contro un pullman (qualunque sia il pullman e verso chiunque
sia diretta). Poi, il giorno dopo la partita, ti capita di andare a
fare colazione in un bar del centro di Bologna e sentire un distinto
settantenne dire: “Bomba carta? Io gli avrei lanciato una bomba
vera a quelli lì”. Se questo è il messaggio che consegniamo a
figli e nipoti, allora le speranze di un mondo migliore, non sono
molte. Per fortuna che la maggior parte delle persone, vive ancora il
calcio in modo sano, prova ne sia il fatto che, allo Stadio, mi ha
accompagnato una tifosa del Bologna, alla quale avevo chiesto
indicazioni per strada, abbonata in curva Bulgarelli da anni.
Sarà
che il mio modo di vivere e vedere il calcio non contempla la
violenza, ma è sempre più difficile vivere la passione in modo
sereno e ironico. Bisognerebbe poi parlare di una classe dirigente e
di una classe politica totalmente inadeguate a governare il calcio e
a dettare le regole di comportamento: se la via scelta è quella
della repressione ad oltranza, con provvedimenti ad minchiam e atti
solamente ad allontanare le persone dali stadio, proprio non ci
siamo. Alla fine, i colpevoli rimangono spesso impuniti, mentre chi
ci rimette è il tifoso che va allo stadio per sostenere la propria
squadra senza fare del male a nessuno. Ma a chi importa di tutto ciò?
Avanti di questo passo, posizioneremo delle sagome, sugli spalti e
fuori: almeno non ci saranno problemi di ordine pubblico, di daspo,
di cori, di scontri.
In quanto alla partita, beh, c'è poco
da dire, se non una critica ad Allegri: il mancato ingresso del Pado
ha inciso sul morale della squadra che, infatti, non ha sprigionato
la solita verve nei minuti finali. Il Pado è un talismano prezioso:
il solo vederlo entrare in campo, trasmette una carica enorme ai
compagni e sa di sentenza finale negativa per gli avversari. Avessero
visto il numero “20” avvicinarsi al rettangolo di gioco, i
calciatori del Bologna avrebbero iniziato a tremare e sarebbero
entrati in confusione totale, permettendo alla Juve (che di
confusione, di suo, ne aveva già fatta parecchia durante la gara) di
centrare, probabilmente, l'ennesima vittoria di fila. Grave errore,
mister, anche se mai quanto l'averlo escluso dalla lista Champions. A
Monaco di Baviera, quando l'hanno saputo, hanno tirato un sospiro di
sollievo.
A fine gara, intorno allo Stadio
Dall'Ara, clacson e festeggiamenti dei tifosi rossoblù: e dire che
non mi ero reso conto che, col punto conquistato venerdì sera,
avessero matematicamente vinto lo scudetto. O forse avevano vinto?
Bomba carta 1 – Juventus 0. Non si è mai troppo attenti....
E, comunque, fino alla fine...
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