domenica 21 febbraio 2016

Se una bomba carta diventa bolla di sapone, se il Pado non entra l'avversario non si spaventa...

Quando, solo un paio di anni fa, i bambini occupanti la curva sud dello Juventus Stadium (chiusa agli abbonati per squalifica) gridarono “Oh Merda!” al momento del rinvio da fondo campo del portiere avversario, si sollevarono urla di indignazione popolare dall'eco di risonanza superiore a quello dei moti di insurrezione popolare che hanno attraversato, per secoli, la nostra Penisola. Mancò poco che venisse chiesta la fucilazione di massa per questi piccoli esseri maleducati e soprattutto JUVENTINI! Capita poi che nella Dotta Bologna, qualcuno lanci una bomba carta (poi divenuta petardo e infine derubricata a bolla di sapone stante il totale silenzio dei media) contro il pullman della Juve e che, solo per puro caso, nessuno si faccia male. E non è la prima volta che accade: anzi, ci saremmo probabilmente stupiti del contrario, visto che purtroppo, di gente con disturbi delinquenziali mentali, in giro, ve ne è davvero tanta. Non si capisce come mai, su questo episodio, a differenza di altri, non ci siano indignazione e ferma condanna da parte di media e cariche istituzionali. O forse si capisce benissimo. Al massimo, l'episodio accaduto a Bologna, è stato definito “spiacevole”. Ed è già tanto. “Spiacevole” può essere la cacca di piccione che sporca l'abito da cerimonia mentre sto andando al mio matrimonio, non certo una bomba carta lanciata contro un pullman (qualunque sia il pullman e verso chiunque sia diretta). Poi, il giorno dopo la partita, ti capita di andare a fare colazione in un bar del centro di Bologna e sentire un distinto settantenne dire: “Bomba carta? Io gli avrei lanciato una bomba vera a quelli lì”. Se questo è il messaggio che consegniamo a figli e nipoti, allora le speranze di un mondo migliore, non sono molte. Per fortuna che la maggior parte delle persone, vive ancora il calcio in modo sano, prova ne sia il fatto che, allo Stadio, mi ha accompagnato una tifosa del Bologna, alla quale avevo chiesto indicazioni per strada, abbonata in curva Bulgarelli da anni.

Sarà che il mio modo di vivere e vedere il calcio non contempla la violenza, ma è sempre più difficile vivere la passione in modo sereno e ironico. Bisognerebbe poi parlare di una classe dirigente e di una classe politica totalmente inadeguate a governare il calcio e a dettare le regole di comportamento: se la via scelta è quella della repressione ad oltranza, con provvedimenti ad minchiam e atti solamente ad allontanare le persone dali stadio, proprio non ci siamo. Alla fine, i colpevoli rimangono spesso impuniti, mentre chi ci rimette è il tifoso che va allo stadio per sostenere la propria squadra senza fare del male a nessuno. Ma a chi importa di tutto ciò? Avanti di questo passo, posizioneremo delle sagome, sugli spalti e fuori: almeno non ci saranno problemi di ordine pubblico, di daspo, di cori, di scontri.
In quanto alla partita, beh, c'è poco da dire, se non una critica ad Allegri: il mancato ingresso del Pado ha inciso sul morale della squadra che, infatti, non ha sprigionato la solita verve nei minuti finali. Il Pado è un talismano prezioso: il solo vederlo entrare in campo, trasmette una carica enorme ai compagni e sa di sentenza finale negativa per gli avversari. Avessero visto il numero “20” avvicinarsi al rettangolo di gioco, i calciatori del Bologna avrebbero iniziato a tremare e sarebbero entrati in confusione totale, permettendo alla Juve (che di confusione, di suo, ne aveva già fatta parecchia durante la gara) di centrare, probabilmente, l'ennesima vittoria di fila. Grave errore, mister, anche se mai quanto l'averlo escluso dalla lista Champions. A Monaco di Baviera, quando l'hanno saputo, hanno tirato un sospiro di sollievo.

A fine gara, intorno allo Stadio Dall'Ara, clacson e festeggiamenti dei tifosi rossoblù: e dire che non mi ero reso conto che, col punto conquistato venerdì sera, avessero matematicamente vinto lo scudetto. O forse avevano vinto? Bomba carta 1 – Juventus 0. Non si è mai troppo attenti....
E, comunque, fino alla fine...

 

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