Quel buonismo proveniente dalla città
di Giotto, ha un sapore misto di poesia e ipocrisia.
La Società viola, ovvero la Fiorentina, da alcuni anni, si dice
impegnata nella lotta al razzismo, all'intolleranza e a tutti quei
comportamenti e atteggiamenti che rendono il mondo del calcio, un
cosiddetto mondo malato. E sino a qui, nulla da eccepire, anzi: solo
apprezzamento per le lodevoli intenzioni e messa in pratica. La
Società viola, quando alla guida tecnica c'era Cesare Prandelli,
aveva lanciato l'idea del terzo tempo perché, una partita di calcio,
dovrebbe terminare quando l'arbitro fischia la fine. I giocatori
dovrebbero scambiarsi un saluto rispettoso e anche le opposte
tifoserie dovrebbero applaudire le rispettive squadre senza insultare
gli avversari. In un mondo perfetto, potrebbe accadere: nel mondo
reale, è un po' più difficile, anche se, in altri sport (vedi il
rugby per esempio) ciò accade regolarmente. Altra iniziativa di
rilievo è stata quella intrapresa domenica, nella gara contro il
Livorno, per sensibilizzare l'opinione pubblica (e raccogliere fondi)
in merito ad una malattia quasi sconosciuta, che porta il nome di Fop. Iniziativa da applaudire e decisamente positiva. Purtroppo, durante
la gara contro i labronici, si è infortunato Giuseppe Rossi (a
proposito, auguri di pronta guarigione, con la speranza di rivederlo
in campo al più presto) in seguito ad un intervento del difensore
livornese Rinaudo. Abbiamo assistito, nelle ore immediatamente successive al termine della gara, ad un
linciaggio mediatico e morale del calciatore, da parte dei vertici
societari viola e di personaggi che a Firenze hanno comunque voce in
capitolo. Rinaudo, sarebbe reo di non essersi nemmeno scusato con
Rossi (cosa che ha fatto telefonicamente un paio di giorni dopo), violando quel codice etico che prevede il rispetto
e la buona educazione nei confronti di avversari, arbitro,
spettatori. Rispetto, etica: quante belle parole. Peccato però che
quando, qualche giorno fa, la sede dello Juventus club di Prato è
stata oggetto di atti vandalici da parte di esponenti del collettivo
autunomo viola, con danni non solo materiali, ma anche e soprattutto
morali (chiaro il riferimento alle vittime dell'Heysel), nessun
esponente della Società viola, abbia minimamente pensato (sempre in
ottemperanza a quel famoso codice etico, di rispetto e civiltà
sportiva di cui a Firenze si riempiono tanto la bocca) di fare almeno
un comunicato sul sito ufficiale tramite il quale stigmatizare simili
comportamenti da parte di alcune frange della propria tifoseria.
Peccato che si perda l'occasione di mettere in pratica ciò che si
esprime a parole, ogni volta che le due squadre si affrontano. A
Firenze, ma anche a Torino (settore ospiti) sono sempre presenti
striscioni e cori che fanno esplicito riferimento ai tragici fatti
dell'Heysel. Sarebbe così semplice intervenire, in queste
situazioni, almeno con un comunicato che prenda le distanze da certi gesti, fatti e personaggi: nulla di complicato. Basterebbe
dare un segnale; ma forse, riempirsi la bocca, fa più notizia, di
piccoli ma significativi gesti di reale rispetto e tolleranza. Ci
stiamo sbagliando? Lo speriamo tanto. La controprova potrebbe
arrivare molto presto: marzo è lì, a soli due mesi. Attendiamo
fiduciosi e speranzosi. Nel frattempo, di nuovo auguri a Pepito
Rossi: torna presto campione!!!
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