Carattere, grinta e cuore sono riusciti
a sopperire alla mancanza di lucidità in una partita bruttina almeno
per un'ora, contrassegnata dai tanti, troppi errori, da parte della
Juve. Un primo tempo assolutamente inguardabile, così come i primi
dieci minuti della ripresa; una squadra che non riusciva a
perfezionare tre passaggi di fila. I ragazzi sono entrati in campo
troppo “molli”, hanno evidenziato diverse sbavature sia in difesa
che a centrocampo e, il fatto che Antonio Conte alla fine non abbia
effettuato alcuna sostituzione può anche stare a significare che, ad
un certo punto, avrebbe probabilmente voluto sostituirli tutti.
Partita segnata dall'avvio senza mordente, condizionata dal pasticcio
difensivo che ha portato al rigore per la Lazio (netto) e
all'espulsione di Buffon (ineccepibile e sacrosanta da regolamento).
I biancocelesti, tutto catenaccio e poca roba, hanno così
capitalizzato al meglio ciò che è piovuto dal cielo: sembravano
increduli pure loro, di fronte a cotanta manna. Ripresa iniziata
ancora al piccolo trotto poi, il pareggio di Llorente ha finalmente
ravvivato la gara che, a quel punto, avrebbe potuto prendere
qualsiasi direzione. Leggo di un pareggio ottimo per via degli oltre
'65 minuti giocati in inferiorità numerica e della buona prova
offerta dalla Lazio. D'accordissimo sul primo punto, molto meno sul
secondo. La squadra di Reja, a parer mio, ha dimostrato di essere
davvero poca cosa e, riuscire ad essersi complicati (da soli)
l'esistenza contro un avversario di così basso profilo, è semmai
motivo di demerito e riflessione per le prossime gare. Non si può
sempre andare a mille all'ora, né tantomeno si può vincere sempre.
Nelle ultime gare, però, qualche campanellino d'allarme è suonato.
Troppe reti subite per via di disattenzioni collettive e dei singoli,
troppi errori in fase di passaggio, troppi tocchi di fioretto quando
occorrerebbe la spada. Il cuore e il carattere hanno permesso ai
ragazzi di Conte di pareggiare e alla fine, si sarebbe anche potuto
vincere se l'arbitro non avesse inspiegabilmente fatto terminare la
gara un secondo prima che la palla arrivasse a Pogba in posizione più
che favorevole per calciare a rete. Già, un capitolo a parte lo
merita anche l'arbitraggio, non per fare inutili piagnistei, né per
crearsi alibi. Pare però che, a forza di parlare di “sistema”,
qualche risultato, a Roma, lo stiano ottenendo. La direzione di gara
di ieri è stata peraltro nettamente insufficiente, nel suo
complesso. Detto che rigore ed espulsione sono stati ineccepibili,
detto che probabilmente ci stava un altro rigore per la Lazio per
fallo di mano di Bonucci, quella che ha lasciato perplessi è stata
la gestione dei falli. In questo senso, incredibile l'episodio che ha
visto protagonista Tevez nel secondo tempo quando, l'argentino, in
azione di contropiede è stato vittima di un fallo da ammonizione:
risultato? Nemmeno il calcio di punizione a favore. L'episodio
dell'ultimo minuto, poi, è qualcosa che, a parti invertite avrebbe
fatto gridare al complotto. Detto questo per dovere di cronaca,
restano da salvare il carattere, la torsione con la quale Llorente ha
firmato la rete del pareggio, la parata decisiva di Storari ad
impedire il gol a Klose e poco altro. Pare di essere tornati ad
inizio stagione quando i tanti, troppi errori, facevano sì che le
partite iniziassero sempre in salita. Probabilmente si è fatta una
preparazione calcolata e mirata per tornare al top della forma in
primavera, momento nel quale si decidono le sorti di una stagione. Al
momento teniamoci stretto questo punto, anche se ci sarà chi già
parlerà di crisi (capirai, dopo 12 vittorie consecutive, un pareggio
è 'na tragedia). Dovremo essere bravi a riprendere subito il filo
del discorso: domenica allo Stadium arriverà l'Inter e sappiamo bene
che contro i nerazzurri non è mai una sfida come le altre. Fino alla
fine....
Nessun commento:
Posta un commento