giovedì 3 ottobre 2013

Da Vecchia Signora a Signora "Tafazzi"?

La Vecchia Signora, in questo avvio di stagione, pare essere stata contagiata da una certa qual forma di masochismo. Insomma, ci piace farci del male, ci piace soffrire. Personalmente, ne farei volentieri a meno, ma qualcuno dice che anche la sofferenza fortifica. Vero, ma alla lunga, può anche uccidere. Partite in fotocopia, nelle quali l'avversario colpisce al primo (e spesso unico) tiro in porta, quasi sempre frutto di una amnesia difensiva e dell'errore del singolo. Alla Vecchia Signora invece, servono almeno venti tiri in porta per centrare il bersaglio: questo almeno, sino alla gara contro il Verona. Le ultime tre partite invece, contro Chievo, Torino e Galatasaray, hanno segnato una preoccupante involuzione in fase offensiva. Contro il clivensi (a parte l'episodio della rete annullata a Paloschi), dopo il solito erroraccio in difesa, abbiamo assistito ad una rimonta più fortunosa che altro. Stesso discorso per la gara contro i cugini granata. Ieri sera, dopo un primo tempo davvero inguardabile, la squadra era riuscita (anche grazie ad un po' di fortuna) a raddrizzare l'incontro, ma eccoti il patatrac finale che complica maledettamente i piani e le ambizioni future. I bianconeri, nelle ultime gare, sono apparsi “molli” nei primi tempi, impacciati e bloccati a livello mentale. Poi, nella seconda parte della gara, la squadra ha sempre reagito, ma si tratta soprattutto di reazioni nervose. Si sprecano tante, troppe energie a rincorrere risultati incanalati nella maniera sbagliata per via della sufficienza e dell'approssimazione. Il problema non è nelle gambe (altrimenti non si spiegherebbe il fatto che la squadra anche ieri sera, nel secondo tempo, abbia corso di più e meglio rispetto al primo), ma nella testa dei giocatori. Il senso di appagamento, dopo due anni di successi, è la cosa più naturale di questo mondo e capita ad ogni essere umano. Semmai, quello che stupisce, è che emerga anche in Champions, dove il successo manca da tanti, troppi anni. Se è comprensibile avere un calo di “fame” e concentrazione in campionato, non lo è averlo in Europa. Troppo lenti e prevedibili i bianconeri, nella manovra. Manca il giocatore in grado di saltare l'uomo e creare superiorità numerica. Allo Stadium ormai vengono tutti a fare “catenaccio” e, se non si trovano alternative valide all'attuale schema di gioco, sarà sempre più dura. Ormai, gli avversari hanno capito come fronteggiarci e limitarci. E, se non siamo al top della condizione fisica e mentale, facciamo una fatica abnorme a portare a casa il risultato. Trincerarsi dietro la scusante che, in mancanza di Pepe, non ci sono alternative al modulo attuale, è giustificazione puerile ed inaccettabile, figlia di un mercato che sicuramente ha lasciato qualche scoria. L'unica alternativa è stata venduta (Giaccherini) e, a fronte di ottimi acquisti quali Tevez e Llorente, rimane l'incognita dei soldi spesi per Ogbonna (che personalmente mi lascia perplesso sin dai tempi nei quali giocava nel Toro e che non era una necessità così immediata avendo in rosa anche Caceres e Peluso) che potevano essere destinati all'acquisto di almeno un esterno di qualità. Detto che Conte non sempre può fare i miracoli, detto che Isla è un buon giocatore ma denota limiti caratteriali e di personalità, probabilmente a qualcuno, ieri sera, vedere in campo Drogba con la maglia avversaria, avrà fatto riflettere, ripensando al gennaio scorso quando l'ivoriano, facendo uno sforzo economico, poteva essere portato a Torino. Due palloni toccati e due reti per il Galatasaray. Nulla è ancora perduto, ma di certo, la strada è irta più che mai. E, a forza di fare i “Tafazzi”, gli amenicoli cominciano a fare male. In ogni caso, fino alla fine, Forza Juventus!!!

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