sabato 12 ottobre 2013

Campionato fermo ai box: le undici sorprese sino ad oggi

Sette giornate di campionato: ovvero, siamo a nemmeno un quinto del cammin della via che porta al tricolore. Di tutto si può dire, tranne che sino ad ora sia stato un torneo noioso. Le undici sorprese sino ad oggi: 1) la Roma in testa alla classifica, a punteggio pieno. Miglior attacco, miglior difesa. Chi se lo aspettava? E dire che, non più di tre mesi fa, Garcia veniva accolto da fischi, dubbi e perplessità. L'anno prima invece, Zeman era stato accolto come il Dio sulla faccia della terra. Trovate le differenze. Senza contare che, in estate, la Roma aveva veduto i pezzi migliori..... 2) Giovinco che segna una rete decisiva: se non è uno “scoop”, poco ci manca. Diamo però, alla “formica atomica” i giusti meriti, quando gli competono. E' stato il crack nella gara contro il Milan, segnando la rete del vantaggio e propiziando la punizione dalla quale è nato il terzo gol. Nano-gigante!!! 3) il grande inizio di campionato di Alessio Cerci: forse è l'anno della sua definitiva consacrazione: sei reti in sette gare e prestazioni di tutto rilievo. Se doveva fare una scelta per “esplodere” in modo definitivo, anno migliore (quello che porta al Mondiale) non poteva scegliere. 4) Il Verona di Mandorlini: squadra quadrata, tosta, con un reparto offensivo di tutto rispetto ed alcuni giocatori di assoluta prospettiva nel settore nevralgico del campo. Tredici punti in sette gare, per una neopromossa, è tutto grasso che cola, in vista di tempi peggiori. 5) Il Bologna: squadra involuta rispetto alla scorsa stagione. Diamanti non incide e di Bianchi nessuno ha ancora avuto notizie. Se si aggiunge una difesa che fa acqua da tutte le parti, le prospettive non sono certo delle migliori. Pioli è un abile condottiero, ma dovrà stare attento e cercare di invertire quanto prima la rotta 6) Gabbiadini, Berardi, Zaza: se il buon giorno si vede dal mattino, il futuro bianconero è sicuramente in ottime mani 7) Gervinho: a Londa, sponda Arsenal, hanno festeggiato (e non poco) la partenza dell'ex calciatore del Lille. Approdato al grande calcio con Garcia, è rinato sotto la guida di Garcia: un classico esempio di simbiosi allenatore-calciatore 8) l'impatto di Benitez: il Napoli, pur cambiando molto, in termini di giocatori, allenatore, staff, etc, ha saputo subito proporsi ad alti livelli, facendo dimenticare in fretta, ai propri tifosi, la partenza di Cavani e Mazzarri. 9) Balotelli: nel bene e nel male (più nel male che nel bene) è sempre protagonista. Se avesse tanto sale in zucca quanto talento nei piedi, sarebbe contemporaneamente da Pallone d'oro e da Nobel. 10) I cori discriminatori: siamo alle solite. Dal nulla al tutto e ritorno. L'Italia non si smentisce mai, nemmeno nel calcio. Cantare “Noi non siamo napoletani” è considerato discriminatorio, mentre striscioni e cori inneggianti alla tragedia dell'Heysel (ad esempio) no. Qualcosa non torna. 11) Gli errori arbitrali, come al solito amplificati quando sono pro-Juve e sottaciuti in caso contrario o quando vanno a vantaggio di altre squadre. La solita campagna mediatica anti bianconera. Del resto, l'anti juventinità è uno dei pochi elementi di unità nazionale. E la prossima settimana si riparte. Venghino signori, venghino: c'è posto per tutti.

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