domenica 17 febbraio 2013

Dove vai, se il turn over non lo fai?



Essere a Roma, impegnato in un reading poetico mentre la Juve gioca contro la Roma, è qualcosa di tremendo e crudele.  Sentire le urla provenire dalle abitazioni vicine, ti fa capire che la Roma ha segnato. Poi, senti urlare “Il Capitano!!! “ e capisci che ha segnato Totti. Poi, un lungo interminabile silenzio, fino alla nuova esultanza finale che ti conferma quello che avevi presagito dentro, quello a cui non volevi credere: la Roma ha battuto la Juve. C’era troppo ottimismo nei confronti di questa partita. Ieri stesso, girando un po’ per Roma, si vedevano i volti dei tifosi giallorossi mesti e già rassegnati al peggio. Scaramanzia o senso della realtà? E invece poi viene fuori la partita che non ti aspetti. O meglio, la partita che non ti aspetteresti dalla Juve ma che potevi anche aspettarti, visto il precedente di Milano contro il Milan. Stessa origine (vittoria  straripante in Champion’s contro il Chelsea 3-0 qualche giorno prima), stesso tipo di gara (Juventus inesistente in campo), stesso risultato (1-0 per gli avversari). Erano nove anni che la Roma non batteva la Juve. Ok, le statistiche sono fatte per essere sfatate. Mi chiedo come sia possibile non fare nemmeno un goal ad una difesa francamente imbarazzante come quella giallorossa. La risposta è semplice: sarebbe bastato tirare in porta: la Roma prima o poi un goal lo prende sempre. E invece, possesso di palla sterile, due conclusioni nello specchio della porta e zero, ripeto NESSUNA reazione dopo lo svantaggio. E qui non si tratta di stanchezza fisica (o non solo), ma soprattutto mentale. Concordo con Conte che l’aver anticipato la gara al sabato sera sia stata quantomeno una decisione cervellotica (per non usare altri termini) della Lega. Giocarla di domenica sera sarebbe stato meglio. Ma non accampiamo alibi né scuse. Non concordo invece con Conte sul poco turn over fatto. Dopo le due gare giocate e bene contro Fiorentina e Celtic, era plausibile un umano calo di concentrazione e tensione. Quindi, perché non inserire qualcuno di quei giocatori che giocano meno, che magari sarebbe entrato in campo mordendo l’erba? A parte Buffon, la difesa e l’impegno di Matri, non c’è nulla da salvare ieri sera. Bisogna solo trarre utili insegnamenti . Bisogna capire che se si farà strada in Champion’s (e ce lo auguriamo tutti), occorre fare scelte diverse in campionato, altrimenti è molto probabile che lo scudetto prenda un’altra direzione. Perché, diciamo la verità: la Champion’s è un traguardo obiettivamente difficilissimo da raggiungere, più semplice potrebbe essere il campionato; ma se non si trova la giusta chiave di lettura, si rischia, di arrivare alla fine di una stagione comunque sempr giocata da protagonisti, con “zeru tituli”. E questa squadra, per quello che dà e che può dare, di “tituli” ne merita tanti. Nulla è perso. Sicuramente da stasera il Napoli ci sarà più vicino. E non sta scritto da nessuna parte che a Napoli si perda. In tal senso, l’ambiente partenopeo è sin troppo convinto di aver già vinto la sfida del San Paolo del 1 marzo. La Juve ha tutti i mezzi per andare a Napoli e vincere. Quindi, voltiamo immediatamente pagina (facendo tesoro degli errori fatti) e stringiamoci tutti attorni ai ragazzi. Perché come si suol dire, “I ragazzi han bisogno di noi”. FINO ALLA FINE, FORZA JUVENTUS!!!

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