domenica 2 dicembre 2012

Quella mancanza di cultura sportiva e rispetto...

Ennesima riprova ieri sera, nel debry di Torino, di mancanza di cultura sportiva in Italia.
Non è che l'ultimo episodio, in ordine temporale, di un qualcosa che accade su quasi tutti i campi, in quasi tutte le partite, in quasi tutte le categorie.
Del resto, basta andare a vedere qualche partita in cui sono impegnati i ragazzini, a partire dai cosiddetti pulcini. Si sentono le urla dei genitori, gli insulti all'arbitro, gli inviti a spaccare la gamba a questo o quell'altro avversario. Polemiche, polemiche, polemiche, già nella partite tra i pulcini, tra i ragazzini. E pensare che il calcio, per un ragazzino, dovrebbe essere l'apoteosi del divertimento e non una guerra da vincere a tutti i costi e con tutti i mezzi.
Più si sale di categoria, più si alza il livello  di interesse e più le cose peggiorano.
La mancanza di cultura sportiva è un fattore trasversale che colpisce tutti, indistintamente. Partendo dai presidenti e vertici societari, sino alla tifoseria. Per carità, non bisogna di certo demonizzare l'intero sistema del calcio. Persone che sanno vedere le cose con sportività e moderazione ce ne sono, ma, ahimè, snon merce sempre più rara.
Francamente siamo stufi di sentire cori contro un giocatore solo per il colore della sua pelle.
Francamente siamo stufi di vedere striscioni vergognosi inneggianti a lutti e tragedie sportive.
Francamente siamo stufi di sentire cori beceri ed imbecilli.
Francamente siamo stufi di leggere articoli di giornale e notizie che distorgono la verità.
Francamente siamo stufi di dirigenti, giocatori e allenatori che non sanno mai accettare la sconfitta e che si appellano a questo o quell'altro per giustificare le proprie mancanze.
Si può perdere. Nello sport, come nella vita.
NON IMPORTA QUANTE VOLTE CADI, MA QUANTE VOLTE CADI E TI RIALZI. (Vince Lombardi).
Il calcio è lo sport più bello del mondo. Non lasciamo che quattro imbecilli rovinino questo spettacolo!!!!


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