mercoledì 14 novembre 2012

Il futuro è.....ritorno al passato.

Il futuro è...ritorno al passato. Non c'è altra via d'uscita per il calcio italiano. La congiuntura economica sappiamo bene quale sia. Nemmeno nel calcio si possono più spendere cifre folli. In un mercato drogato dalla presenza degli sceicchi, dei petro-dollari e da cifre stratosferiche, il calcio italiano non può più permettersi di acquistare i numeri uno, i fenomeni, i veri campioni già affermati. Non se lo può permettere in primis perchè non ci sono i soldi. In secondo luogo, il nostro campionato non attrae più i giocatori stranieri come anni fa. La Premier, la Liga, sono campionati decisamente più allettanti.
Occorre dunque tornare alle origini, ovvero ripercorrere la strada dall'inizio. Investire sui giovani, sui settori giovanili. Occorre crearsi i potenziali e futuri campioni in casa. Reti di osservatori capillari, talent scout preparati e anche il coraggio di osare. L'esempio più lampante, in tal caso, è l'Udinese, da anni Società capace di setacciare il mondo, scommettendo cifre ragionevoli su giovani di belle speranze che, in molti casi, rivende a peso d'oro.
Volente o nolente, quasi tutte le squadre sono tornate ad investire nei settori giovanili. Da sempre, ad esempio, il vivaio è, per una società come l'Atalanta, serbatoio di giocatori per la prima squadra e per l'intera serie A. Per molti anni, un esempio in tal caso è stato il Torino. Poi, scelte strategiche diverse e sbagliate, hannno portato ai margini il settore giovanile, salvo poi un nuovo cambio di rotta negli ultimi anni.
E le squadre più titolate? Sicuramente hanno fatto passi avanti in tal senso. Juventus, Inter, Roma, Napoli, etc,,,negli ultimi anni sono riuscite a pescare dai settori giovanili un certo numero di giovani che fanno parte in pianta stabile della prima squadra, se non addirittura giovani divenuti titolari della Nazionale Italiana.
Il problema, nel caso di squadre titolate, è solitamente la mancanza di pazienza, il non poter aspettare. Alla Juve, all'Inter, al Milan, non puoi permetterti di passare una stagione senza vincere nulla. E, un giovane, se sbaglia un paio di partite, viene quasi immediatamente accantonato. A patto che si trovi il coraggio di lanciare i giovani in prima squadra.
Nei campionati esteri, forse per una minore pressione, o per una mentalità differente, questo difficilmente accade. Mi è capitato ad esempio di vedere, nel fine settimana scorso, il derby tra Marsiglia e Nizza, campionato francese. Il Nizza, ha concluso la gara con un attacco formato da un diciannovenne e un poco più che sedicenne. Se i giocatori hanno talento e sono bravi, bisogna farli giocare. Al di là dell'età.
E, anche in questo, un bravo allenatore si distingue da un allenatore mediocre.


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