mercoledì 6 giugno 2012

A dieci anni da un memorabile scudetto....5 maggio 2002.





Lo spunto per queste considerazioni personali, è nato ieri sera, alla presentazione del libro di Stefano Discreti "5 maggio...e ancora godo" (Bradipo Libri), in quel di Torino, Circolo dei Lettori. Un libro che non può mancare nella biblioteca di qualsiasi tifoso bianconero (meno consigliato invece a tifosi nerazzurri....)

Se chiedete ad un tifoso juventino che cosa è il "5 maggio" non avrà dubbi nel risponderVi: il 5 maggio è una di quelle date che non potrà scordare mai. E' la data di uno scudetto incredibile, insperato, praticamente già perso. Se fate la stessa domanda ad un tifoso interista, lo vedrete inizialmente sbiancare, poi ingiallire, incupirsi, mangiarsi le unghie delle mani e dei piedi per poi rifugiarsi nella più comoda delle giustificazioni possibili : " Eh si, è ovvio la Juve li scudetti li ruba da sempre".
Ecco, questo è lo spaccato dell'Italia calcistica, dove una squadra, anzi LA SQUADRA per eccellenza, attira su di sè tutta l'attenzione ,senza mezze misure. O la ami o la odi. La Juventus è la squadra col maggior numero di tifosi a favore, ma anche quella col maggior numero di tifosi contro (tutti coloro che non sono juventini).
Da sempre, in ogni campo della vita, chi troppo vince, attira su di sè invidia e risentimento, che portano ad illazioni, sospetti e addirittura a processi sportivi (vedi Farsopoli) basati sul sentimento popolare. Addirittura un giornale (gazzetta dello sport - noto quotidiano imparziale che riporta solo gli avvenimenti sportivi senza assolutamente mai schierarsi dalla parte di nessuno) è stato uno dei principali elementi sui quali si è basata l'inchiesta. Altri quotidiani (come ad esempio Tuttosport) non vennero considerati perchè marcatamente di parte (bianconera). Non è necessario commentare oltre.
Ecco, probabilmente quel 5 maggio (che quasi più nessuno ormai ricorda come una poesia del Manzoni) è stato il momento decisivo in cui "Calciopoli" ha preso vita. L'ennesima clamorosa sconfitta, ha gettato nello sconforto più totale la sponda nerazzurra dei Navigli. Ancora una volta sconfitti. L'ennesima sconfitta.
 E sappiamo bene cosa è successo negli anni successivi.
 Pare quasi impossibile riuscire a perdere uno scudetto in una atmosfera come quella del 5 maggio 2002. L'Inter, pur giocando all'Olimpico, praticamente giocava in casa. Tutta la tifoseria (laziale ed interista) tifava nerazzurro. Durante tutta la settimana precedente la gara, i tifosi della Lazio avevano più volte esortato i loro beniamini a perdere, terrorizzati dalla possibilità che lo scudetto potesse essere vinto dalla Roma (che prima della gara era terza in classifica con due punti di distacco dall'Inter). Ebbene, nemmeno così la seconda squadra di Milano riuscì a vincere. Come non ricordare il labiale di un noto giocatore nerazzurro che implora gli avversari di lasciar segnare l'Inter. (chissà come mai non c'è mai stata alcuna indagine su questi fatti, su questi eventi, mah.....).
Ma soprattutto, come dimenticare l'incredulità negli occhi e nel cuore dei tifosi bianconeri, per quanto successe quella domenica. Ricordo che quel giorno ero invitato ad una comunione. Lasciai parenti e amici nel primo pomeriggio per ritornare a Torino (non finii nemmeno gli antipasti) convinto che qualcosa sarebbe potuto succedere. La Juve mise subito il risultato al sicuro, ma le notizie provenienti da Roma non erano positive. Ricordo che, quando l'Inter segnò il secondo goal, pensai che la partita fosse finita. Spensi la radio e continuai il mio viaggio. Arrivato a Torino, più o meno nei pressi del Parco Ruffini, decisi di accendere la radio. Non avevo molte speranze, ma qualcosa mi disse che....... . Accesi proprio nel momento in cui il radiocronista annunciava il vantaggio laziale: Lazio 3 - Inter 2. Era una giornata piuttosto calda e il finestrino dell'auto era abbassato. Ricordo che iniziai ad esultare come un pazzo scatenato, a urlare, suonare il clacson. Ero nel delirio più totale. E ricordo anche lo sguardo enigmatico e perplesso di una signora di mezza età che stava attendendo l'arrivo del bus, qualche metro più avanti.
Ecco, questo è stato il mio 5 maggio.
Ascoltare ieri sera,  le parole di Luciano Moggi (in diretta telefonica) e di Alessio Tacchinardi (pure lui in diretta telefonica) è stata una grande emozione.
Pezzi di vita, pezzi di storia, pezzi di gloria.
Sono sempre stato dalla parte del Direttore e lo ribadisco con fermezza. Non per una questione di comodo, ma per una questione di equità, di parità di trattamento e di giustizia.
Una Juventus vincente dà fastidio a molti. Siamo tornati a fare paura, perchè siamo tornati a vincere. E sappiate che se cercherete di affossarci nuovamente, questa volta non ci riuscirete, perchè il popolo bianconero non lo permetterà.

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