venerdì 29 ottobre 2010

La frustrazione del perdente.

Eccoci. Finalmente è tutto chiaro. Le parole di Moratti, di ieri, sono state illuminanti. Abbiamo potuto capire il senso di Farsopoli. L'invidia. E si, perchè il patron nerazzurro proprio non ne poteva più di essere etichettato come l'eterno perdente. La frustrazione era arrivata a livelli estremi (sopra i denti). Non poteva andare avanti così. E, visto che, sul campo non c'era verso di battere l'armata bianconera, ha pensato bene di utilizzare un'altra strategia, ovvero l'eliminazione degli avversari. Si mettono fuori causa gli avversari (beh non tutti , i più temuti - agli altri si dà comunque qualche handicap - non si sa mai, mehlio premunirsi in toto). Questo lo abbiamo definitivamente capito ieri, quando ha detto che l'Inter dovrebbe chiedere la restituzione degli scudetti del 1998 e del 2002. Quale è stata la mia prima reazione? Una gran bella e grassa risata. E si....ma come, quegli scudetti vuole? QUello del 1998, dove sicuramente ritiene di aver subito un furto per il famoso rigore non concesso nella sfida diretta a Torino. Peccato che il prode Massimo dimentichi di citare il piccolissimo particolare relativo alla presenza di Recoba tra le fila dell'Inter. Giocatore con passaporto taroccato, schierato quasi sempre tra i titolari, il cui impiego avrebbe dovuto portare alla sconfitta a tavolino in tutte la partite in cui l'Inter lo avesse schierato. Quindi, l'Inter, in quell'anno, sarebbe dovuta retrocedere.
Ma il caso del campionato 2002 (quello del famoso 5 maggio) è ancora più divertente. L'inter, in testa alla classifica, gioca l'ultima partita a Roma, contro la Lazio (tifoserie gemellate), squadra che non ha nulla da chiedere al campionato. I tifosi laziali, per tutta la settimana, martellano i propri giocatori in modo che lascino vincere i nerazzurri. Stadio ribollente di tifo nerazzurro. Insomma, tutto già scritto, liscio come il velluto. Quindi, vittoria in tasca. E no, perchè nemmeno così gli accattoni riescono a vincere. Era più difficile eprdere che vincere. Ebbene, ce l'ahho fatta anche questa volta. E il campionato quindi fu vinto dalla Juventus (strano che non venne indagato Poborsky per essersi rifiutato di recitare un copione già scritto). Strano che non venne incolpata la Juventus perchè Gresko (un fenomeno) riuscì a fare una "vaccata" dietro l'altra.
La frustrazione, dopo il 5 maggio, arrivò al punto di saturazione.
Da lì, probabilmente, il prode Massimo capì che doveva cambiare strategia , altrimenti nulla avrebbe mai vinto.
Ciò che successe dopo è sotto gli occhi di tutti. Pardon, di tutti coloro che hanno occhi per vedere (esclusi quindi gli interisti, ciechi anche dinanzi all'evidenza).

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